venerdì 8 ottobre 2010


(immagine rubata dal web)


Quando ero piccola c’era qualcosa di speciale nelle vetrine dei negozi a settembre, appena finite le vacanze.
Era il brivido di scegliere il diario per il nuovo anno scolastico, i quaderni, il materiale per la scuola.
E anche se non sono mai stata quel che si dice una scolara-modello, quegli acquisti, in quel preciso periodo dell’anno, mi affascinavano.
Era un rito. Iniziava un nuovo anno, c’era la possibilità di ricominciare tutto da zero. Tabula rasa.
É il brivido di quando tutto é possibile, é la vertigine di quando un’infinità di scelte ti si spalanca davanti agli occhi come un baratro facendoti traballare.
Un foglio in bianco, tutto da scrivere, tutto da decidere:
Come sarebbe stato l’anno che stava per cominciare. Cosa avrei fatto. Dove sarei andata in gita. Per chi mi sarei presa una cotta.
Come una pagina bianca spedita da uno sconosciuto. Incognita totale.
E devo ammettere che anche adesso, che il tempo della scuola é finito da un po’, le vetrine di fine estate conservano per me un fascino tutto particolare.
Anche se non amo particolarmente la stagione fredda, confesso che vedere comparire i primi maglioni, i primi vestiti di lana, cappotti e sciarpe, mi da una inspiegabile sensazione di benessere.

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