lunedì 14 febbraio 2011

oggi non connetto...
non ce la posso proprio fare...
pensieri sconnessi e basta:

ho voglia di andare a Ancona questo wekkend ma contemporaneamente sono anche stanchissima... credo che deciderò all'ultimo momento...

sto facendo quintali di straordinari-non-retribuiti...

casini-casini-casini...
sia a casa che al lavoro.
non ho tregua.

una telefonata stupenda. Grazie.

i sensi di colpa che arrivano con 11 anni di ritardo rispetto alle mie esigenze mi danno fastidio

voglia di mare, di quell'odore di mare salato e spiaggia pulita che c'é solo d'estate.

quella canzone che dice esattamente come mi sento...
che mi gira nella testa
e che non posso fare a meno di canticchiare.

ho bisogno di vacanze.

continuo a avere incubi di notte e al mattino quando suona la sveglia sono più rincoglionita di quando sono andata a letto.

a Torino é stata proprio una bella data...
anche se la scelta di andarci in treno si é rivelata una gigantesca cazzata.
amber-odia-le-ferrovie-dello-stato-e-i-treni-che-fanno-sempre-ritardo

a Cesena invece il locale era pieno di piccole sosia di Avril Lavigne
Avril Lavigne é brava ma le sue sosia mi fanno venire l'orticaria

da 2 giorni io e la mia collega siamo nel nuovo ufficio...
una stanza tutta nostra.
bellissima.

... e se per collaudare la solidità degli arredi del nuovo ufficio provassi a dare una testata nell'armadio o nella porta?

martedì 8 febbraio 2011



"... Un recente sondaggio sui comportamenti degli automobilisti nello stato della Florida e in quello di New York, ha evidenziato un dato piuttosto sorprendente:
l’11% degli uomini alla guida sotto i 30 anni, impegna almeno una mano in un’altra attività, invece di tenere il volante o il cambio. L’attività in questione è la masturbazione. Senza pudore e senza vergogna, e soprattutto senza alcun senso del pericolo. Tanto che probabilmente questa potrebbe essere una delle cause di incidenti stradali. "
(fonte pinkblog.it)

Ho una mia teoria parallela:

Ci dev’essere qualcosa di fortemente sessuale nel ‘chiudere’ un altro automobilista mentre lo stai sorpassando.
Perché, se ci fate caso, quelli che lo fanno hanno sempre un sorriso di puro godimento stampato in faccia.
Dev’essere qualcosa di appagante molto simile al sesso. Stringere uno, metterlo all’angolo, bloccarlo mettendosi davanti a lui e frenando, costringerlo a fare i conti con la propria presenza fisica, con l’ingombro della propria fisicità, costringerlo a rallentare, o comunque a fare qualcosa che non voleva fare.
Ecco, allora un consiglio a tutti gli automobilisti frustrati che non scopano mai e godono a fare dei sorpassi del cazzo: scoprite le gioie del sesso, andate a farvi fottere, oppure fatevi una sega, ma lasciate stare la leva del cambio!

colonna sonora: Pink - U + Ur Hand






faccio il punto della situazione sul mio personalissimo 'bottino' in questi giorni di saldi.

- due maglie nerissime
- un cappello stravagante (con bandiera UK disegnata)
- un paio di all star 'pelose'


... il rock é con me.
sempre!









Oggi mi va di condividere con voi una storia che se non fosse ridicola sarebbe tragica.
Premetto che mi piace cucinare,
ma soprattutto mi piace cucinare i dolci.
Perché é bello avere qualcosa di buono per la colazione.
E anche perché mi vengono bene e mi danno soddisfazione.
Detto questo, qualche tempo fa stavo preparando una torta, una bella torta soffice.
Avevo preparato l’impasto, una specie di crema spumosa,
che cuocendo avrebbe dovuto trasformarsi in una torta,
avevo aggiunto le uvette e versato il composto semi-liquido nello stampo.
Ora, non so se siete pratici di stampi da dolci, comunque ne esistono di due tipi:
quelli ‘fissi’ e quelli 'con cerniera'.
Il mio era uno di quelli con cerniera: praticamente un anello metallico che si fissa al fondo dello stampo mediante una ‘chiusura’ ermetica.
O quasi.
Insomma, ero pronta a infornare quella meraviglia che profumava di vaniglia.
Ho aperto lo sportello del forno già caldo,
e ho fatto per posizionare all’interno il dolce.
É stato proprio allora che é successo l’irreparabile.
La cerniera si é aperta, lasciando colare tutto il contenuto dello stampo.
L’impasto toccando lo sportello arroventato del forno si é solidificato all’istante.
Il mio disappunto é stato molto intenso.
L’odore di biscotto-bruciato che si é immediatamente liberato nell’aria, anche.


colonna sonora: Negrita - sex
"... provare le ricette, collaudare la cucina
usare la Nutella, usare la farina..."










... qualche nuvola che sta passando,
un temporale che sta finendo...

martedì 1 febbraio 2011









... se questo post avesse un titolo sarebbe: Irene, i pocket coffee, il tour e l’antico vaso.
Ci sono alcune pubblicità talmente assurde,
talmente inverosimili,
talmente paradossali,
che riuscirebbero a suscitare la mia ilarità anche se mi fosse appena morto il gatto.
Una che mi ha colpito particolarmente negli ultimi tempi é quella nuova dei Pocket Coffee.
L’avete vista?
C’é Irene Grandi con tutta la sua band al bordo del loro furgone, in viaggio verso una data del tour.
A un certo punto del viaggio, uno dei musicisti, rivolgendosi alla bionda fiorentina esclama: “IRENEEEEE!!! Ma quanti kilometri mancano al concertooooo???”
Appreso che c’é ancora tanta strada da fare e che non c’é il tempo per una sosta in autogrill decidono tutti insieme di scofanarsi una confezione intera di Pocket Coffee proprio lì, sul campino del tour.
... Sarà che conosco di vista uno di questi loschi individui,
sarà che lei ha un accento talmente toscano che farebbe rabbrividire persino una bottiglia di chianti,
sarà che ho sempre immaginato un duetto tra Irene e Margherita Hack,
sarà che i pocket coffe mi piacciono da matti,
sarà che mi é capitato davvero di regalare dei cioccolatini a degli amici che dovevano farsi un sacco di chilometri per andare a suonare in un posto sperduto,
... ma tutte le volte che vedo quella pubblicità mi viene da ridere.
Me la immagino davvero in tour l’Irene. Con tutta la sua band, sul loro tour-bus, con i pocket coffee e una bottiglia di amaro-montenegro, e determinati a portare in salvo l’antico vaso.

Colonna sonora: Irene Grandi – Vieni fuori Francesco





(tutte le foto sono di Eugenio Recuenco, tranne le ultime due che sono rubate dall’archivio di Vogue)


Giretto di vetrine dopo il lavoro.
Solito negozietto simpatico.
Arraffo al volo un paio di cose da provare e mi infilo nel camerino di prova.
Mentre mi osservo nello specchio, precisina e iper-critica come al mio solito, protetta dall’intimità provvisoria dalla tenda di velluto color porpora, non posso fare a meno di ascoltare involontariamente la conversazione di una madre e una figlia nel camerino accanto al mio.
Quello che mi arriva sono frammenti di conversazione, briciole di frasi, ma non ci vuole uno scienziato per capire che la madre sta giudicando implacabile lo stile e il modo di vestire della figlia.
«... insomma... devi imparare a valorizzarti... vestirti da donna... é il caso che cominci... non puoi sempre continuare a vestirti così... imparare a valorizzare la figura... esaltare le forme... »
La ragazza non risponde mai. Comincio a chiedermi se abbia le corde vocali.
La mia immaginazione é sempre troppo esuberante e comincio a farmi dei gran film:
Penso che la signora dovrebbe imparare a farsi i cazzi suoi. Che se parlasse meno e trombasse un po’ di più probabilmente si sentirebbe meglio lei e anche la sua prole.
La figlia invece me la immagino come una ragazzotta un po’ maschiaccio. Una squinternata con i capelli blu e la camicia da boscaiolo. Una specie di Courtney Love brianzola.
Intanto continuo a provarmi magliette e pantaloni, a litigare con taglie XS e XXS.
Finisco la mia prova-vestiti, sguscio fuori dai jeans, mi rivesto e esco dal mio sgabuzzino-fashion.
Immaginate il mio sconforto quando le vedo:
la madre, impellicciata e agghindata in modo pesante e pretenzioso, ha esattamente lo stile perfettino e la faccia da rompi-coglioni che mi ero immaginata
ma la figlia... santo cielo, la figlia avrà avuto al massimo 6 anni.
6 anni, capite??
Se ne stava lì triste,
imbronciata come un gatto a cui hanno pestato la coda,
agghindata in modo inopportuno come un albero di natale dopo metà gennaio.
Come si fa a dare lezioni di moda a una bambina di 6 anni???
Alla sua età gli unici vestiti di cui dovrebbe preoccuparsi sono quelli delle barbie.
Quella povera bambina frequenta la prima elementare, e le tocca già andare a scuola vestita come una velina.
Probabilmente non le hanno ancora spiegato le tabelline ma ha già imparato la formula per convertire le taglie europee di H&M e Zara in taglie italiane standard.
Gli passo accanto canticchiando “...Maybe if I act like that, that guy will call me back, What a Paparazzi girl, I don't wanna be a stupid girl!...”
... Dio benedica le bambine con le salopette e le All Stars
... Dio benedica le mamme rock’n’roll!

Colonna sonora:
Pink – Stupid girl