martedì 16 agosto 2011







... Settimana di ferragosto.
Potrei quasi sedermi in mezzo alla strada per la poca gente che c'é in giro.
Unica naufraga sulla zattera di una città che sembra un'isola deserta.
Mi sta pesando questo ferragosto.
Come un pomeriggio noioso che non vedi l'ora che finisca.
Quasi quasi vorrei che fosse già settembre.
Con le prime piogge che picchiano duro sui vetri della macchina e i primi maglioni tornati a far capolino dall'armadio.
... Quasi autunno.
Nell'aria c'è attesa.

colonna sonora: Green Day - September ends







giovedì 11 agosto 2011



Qualche giorno fa dopo il lavoro ero in giro per negozi.
Gironzolavo in un negozietto che ha sempre dei jeans e delle magliette carine.
Giravo tra gli espositori curiosando qua e là.
Entrando ed uscendo dai camerini di prova con alcune magliette taglia xs.
Vicino a me una ragazzina decisamente sovrappeso e la madre.
La ragazzina insisteva che voleva comprarsi un top minuscolo.
La madre cercava di convincerla che non le sarebbe stato bene.
La figlia insisteva.
Alla fine la ragazzina mi indica con un gesto della mano e sbuffa: “ma insomma! Io voglio un top aderente, come quello che sta provando quella ragazza lì!”
La madre cafona, le risponde a voce alta: “tesoro, ma non devi misurarti con lei... perchè quella ragazza é MALATA"
Mi sono sentita umiliata.
Mi sentivo le lacrime correre veloci verso gli occhi.
Ancora una volta umiliata, calpestata. Ancora una volta vittima. Ancora una volta debole.
Poi mi sono ricordata che io non sono più così. Io non sono più quella persona. E mi é salita agli occhi una rabbia cieca.
L’ho affrontata.
“... io non faccio commenti su di lei o sua figlia, non le vengo a dire che sua figlia é sovrappeso, o che dovrebbe fare una dieta. Perché allora lei deve fare commenti così pesanti su di me? Perché deve offendermi?”
Mi ha guardata stupita.
Gli occhi piantati fissi su di lei: “sto aspettando una risposta.”
Ha boffonchiato che non sapeva di cosa stessi parlando. Evidentemente a disagio. Evidentemente colpevole.
Alla fine ho lasciato perdere.
... Dire a uno che é scemo non ti farà diventare intelligente, dire a qualcuno che é brutto non ti farà diventare più bello. E dire a me che sono malata di sicura non la farà diventare più magra.
Il mio fisico non può mentire su ciò che sono.
‘My hips don’t lie’, cantava Shakira qualche anno fa.
‘I miei fianchi non mentono’.
Già, però il tuo enorme culo mi odia.


Colonna sonora: My hips don’t lie – Shakira









lunedì 1 agosto 2011



... avete presente il film Pretty Woman??
In una scena del film c’é questo dialogo:

Miss.Vivian: “perché mi hai fatto vestire così?”
Edward: “In che senso?”
Miss.Vivian: “perché mi hai fatto vestire così, da donna di classe, se avevi intenzione di dire a tutti che ero una puttana? Con i miei vestiti da puttana, uno come quello lo so affrontare, mi so difendere, sono preparata: con questi vestiti no.”

Ecco, per me é lo stesso.
Il mio aspetto, le mie scarpe borchiate, il bracciale con i teschi, le unghie dipinte di un colore sanguinoso, la giacca super aderente... sono la mia corazza.
Come il mantello di un porcospino. Solo un po’ più punk.
Quando sono così so esattamente chi sono.
Se qualcuno mi offende, so come difendermi.

Ma quando per qualche motivo sono costretta a spogliarmi della mia corazza,
quando le circostanze mi obbligano a un look più sobrio,
quando il galateo mi impone di privarmi di borchie, stivalacci d’ordinanza e magliette-rock,
quando devo disinnescare uno per uno i piercing che mi ornano le orecchie,
quando sono costretta a lasciare a casa micro-vestitini, cinturoni metallici e minigonne che mi fasciano il culo...
ecco, allora mi sento davvero indifesa. Nuda.
Come nel mito greco, Sansone dopo che gli hanno tagliato i capelli perde la forza, allo stesso modo io, privata delle cose che mi contraddistinguono, perdo la capacità di difendermi, di ribattere a tono, di respingere colpo su colpo.

Succede solo a me?