giovedì 28 febbraio 2013



 

 

 

Questa non l'ho scritta io.
Ma era troppo bella per non farla un po' mia.
 
Bree, che donna.
Bree, che ragazza.
E' venuta da me dopo essere uscita da scuola
mentre ero in ufficio.
"Che fai, stronzo?"
Ha esordito così, davanti ad un' equipè
di colleghi durissimi.
Vi parlo di cravatte,
vi parlo di minigonne
vi parlo di calze,
... vi parlo di tacchi a spillo.
Lei.
Lei con la sua cartella nera.
La sua felpa trasandata.
Le sue all star slacciate.
Le sue mani gelate.
Era appena uscita da scuola.
E mi è sembrata bellissima in
confronto a tutte quelle uniformi.
Si è seduta in ufficio.
Ha sgranocchiato ringo e altre
stronzate a non finire.
Mentre studiava letteratura.
Era bellissima.
I capelli neri scuri.
Le labbra carnose.
Gli occhi che dicono più di quanto c' è da dire.
E' troppo piccola per essere donna,
per essere La Donna Per Me.
Mi fa ridere.
Mi fa tenerezza.
E chi mi fa tenerezza non mi sa di sesso, di quello durissimo.
Ma lei sì.
E poi mi fa sentire non poco uomo.
"Con quella barba, attizzeresti ogni mia professoressa!"
ma, sticazzi io avrei voluto far colpo sull' alunna.
Anche solo per un pomeriggio.

mercoledì 20 febbraio 2013


 

 


 

 
Verso la fine della messa, il prete chiese ai fedeli:
“Quanti di voi hanno perdonato i loro nemici?"
L’80% alzò la mano.
Il sacerdote ripeté la sua domanda, e tutti alzarono la mano.
Salvo un vecchietto che si chiamava Walter Barnes, gran giocatore di golf che andava in chiesa solo quando il tempo era cattivo.
“Mr.Barnes, ovviamente non è una bella mattina, per giocare a golf. È un piacere vederla qui. Lei non è disposto a perdonare ai suoi nemici?”
“Non ne ho”, rispose il vecchietto, con aria burbera.
“Mr.Barnes, questo è veramente insolito. Che età ha?”
“Ho novantotto anni”, rispose l’interrogato.
In chiesa tutti si alzarono ed applaudirono.
“Oh, Mr.Barnes, per favore, vorrebbe venire qui, parlare a tutti e spiegarci come una persona vivere novantotto anni e non avere un nemico al mondo?”
Il vecchio giocatore di golf percorse barcollando un po’ il passaggio centrale, si fermò di fronte al pulpito, si voltò verso i fedeli e disse semplicemente:
“Sono vissuto più a lungo di tutti quei figli di puttana".

lunedì 18 febbraio 2013






Ok, abbandono per un attimo gli argomenti frivoli-ma-non-troppo che di solito caratterizzano il mio blog per parlare di una cosa seria.
Ecco, io non riesco a capacitarmi della vicenda Pistorious.

Lo seguo da sempre, su facebook, su twitter, é sempre stato una persona che io reputavo 'un eroe vero'. Fino a qualche giorno fa, se mi avessero chiesto chi é la persona che ammiravo di più nel mondo penso che nella mia top-three ci sarebbe stato senz'altro lui.
Leggevo i suoi tweet e lo ammiravo.

Anche il tatuaggio con la scritta “ Io quindi corro così; non in modo incerto; combatto, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.

Giovedì mattina, quando ho letto la notizia, non riuscivo a crederci.
Non perché non voglia ammettere l'evidenza dei fatti.

Ma perché penso che per affrontare una difficoltà come una disabilità fisica così grave serva una forza d'animo incredibile.
Credo che per affrontare una dato così grave, per accettare una realtà così dolorosa, davvero una persona abbia bisogno di costruirsi una forza personale inattaccabile.
Un nocciolo duro di certezze e equilibrio inviolabile.
Un nucleo del proprio io impossibile da scardinare.
E' per questo che faccio davvero fatica a capire come può 'blade runner', l'uomo che ha sfidato le convenzioni trasformando la disabilità in forza, il ragazzo più incredibile della storia dello sport, che mostrava le sue lame senza pudore, guardando l'obiettivo con sfida, l'uomo che ha reso il suo corpo mutilato un monumento alla bellezza, essersi trasformato... in questo.


sabato 16 febbraio 2013

 




 
 
 

 

Nel mio armadio quasi tutti i capi di abbigliamento hanno un nome.
Ho questo bisogno compulsivo di battezzare i miei vestiti.
é una cosa che mi serve.
Ne ho bisogno.

Ho preso quest'abitudine da quando ho cominciato a comprare qualche capo firmato (ma do un nome anche a quelli comprati nei mercatini), e alcuni pensano che sia una cosa stupida, ma, pensateci un attimo:
Perché marchi come Max e Co. possono dare nomi assurdi alle loro collezioni (tipo 'ugonotto' oppure 'lancetta') e io no??

Per esempio ho gli stivali 'Puss in Boots',
gli stivali 'Shade-girl-rock',
la borsa 'Talpa alcolica',
la cintura 'Barista californiana',
la sciarpa 'Krull re dei guerrieri',
la cintura 'Tutti hanno dei segreti'
il vestito 'Visione in piscina',
la camicia 'Sirenetta é una zoccola con le squame',
la maglia 'Axl Rose é mio vicino di casa'
l'anello 'in Cambogia i leoni li immaginano così'
ecc.

L'altro giorno ho comprato una gonna a tubino, nera, molto seria, ma con uno spacco che arriva quasi fino al culo.
Questa nuova arrivata l'ho chiamata: 'segretaria sexy che si fa il capo'.
Devo aggiungere altro?