#ACASATOUR
Se
sabato notte, rientrando a casa alle 6 di mattina dopo un weekend ad altissimo
volume, qualcuno mi avesse chiesto “che cos’è per te la ricchezza?” non avrei
avuto dubbi sulla risposta.
La
ricchezza sono esperienze così, serate così.
Nel
senso più vero del termine.
Sono
partita venerdì dopo il lavoro, stanca, ma curiosa di tutto quello che mi
aspettava.
Il
traffico del tardo pomeriggio che si dirada e lascia il posto al ritmo più
lento,
il
buio delle prime ore della sera,il ronfare del motore della macchina che si mescola al canto dei grilli,
l’odore dell’ultimo taglio del fieno che entra dal finestrino,
l'abbraccio orizzontale della pianura,
la campagna della bassa padana di notte è una culla,
non so dire quanto mi piace guidare così
il
parcheggio deserto,
l’erba
alta,
non
conosco la strada ma basta seguire il suono della musica,
il
‘navigatore’ qui sono io,
il
suono potente del rock funziona come un Tom-Tom,
che
poi quando si tratta di concerti, ci trovi sempre le solite facce,
tutti
guidati fin lì dalla musica come i topolini di quella favola famosa,
tutti
portati a spasso dalle note del rock come farebbe un cane-guida,
tutti
con le orecchie tese verso le casse come cani-poliziotti,
strafatti
di musica come fosse una droga pesante.
il
soundcheck,
la
coca-cola instabile su un tavolo limpido di birra
riabbracciare
una cucciola fortissima conosciuta un anno fa
le
conoscenze ‘dal vivo’ saranno meglio o peggio di quelle viruali?
grandi
chiacchiere e presentazioni
non
ci sono parole per la simpatia di certi incontri
sono
recidiva perché indosso sempre QUELL’anello
questa
volta cercherò di non perderlo..
sabato
arriva in fretta,
la
partita di calcetto, le zanzare, la mia socia che non vedevo da un bel po’,
il
manager-mimetico,
mille-anzi-un-milione-di-concerti
le
attese irrequiete,
un
coca-e-rum in due,
due
vecchi amici che mi fanno da bodyguard, e una fuga improvvisata al bar,
la
toilette vip,
gli
amari al bancone del bar e i discorsi in dialetto,
incontri
e coincidenze che mi spaventano, ma è giusto un attimo,
in
realtà non potrei sentirmi più al sicuro di così,
una
sbronza work-in-progress, e la transenna sapiente,
"blue jeans blues" nella programmazione pre-concerto, è una fitta senza dolore,
"blue jeans blues" nella programmazione pre-concerto, è una fitta senza dolore,
le
mie preoccupazioni che mi fanno traballare,
una
brunetta con gli occhi grandi come una gatta mi tocca un braccio per dirmi:
“che
bello vedervi sorridere così!” … disarmante.
vorrò
subito essere sua amica.
Il
concerto… il concerto… il concerto!!!
100%
rock.
la
dolcissima russa ha sempre ragione
i
discorsi con i due boys folli: il lievito di birra serve per fare il brodo? Si
certo…
ti
sembra che stia ridendo? Non credo proprio.
correre
in mezzo al prato alle 5 del mattino. Conoscete qualcosa di più liberatorio?
l’umidità
della notte che comincia a infradiciarci le scarpe, fine serata, saluti di rito
l’abbondanza
dei sorrisi vissuti che riempie la pelle
Tornare
a casa all’alba con quel senso di pienezza e felicità che ti avvolge come una
coperta
…
guidando verso casa ripenserò alla mia preoccupazione che un fulmine potesse
cadermi sulla testa non appena avessi messo un piede dentro al confine di quel
comune, incenerendomi per le mie colpe.
Non
avrei potuto sbagliarmi più di così.