lunedì 25 ottobre 2010


(immagini rubate dal web)

Voi dove scrivete??
Voglio dire, quando vengono concepiti i vostri post?
In quale momento della giornata siete più creativi?
Dove vi trovate quando i vostri racconti prendono forma nella vostra testa?
A me le ispirazioni migliori arrivano quasi sempre mentre sto guidando, con in sottofondo il rassicurante ronfare del motore della macchina e l’autoradio con un cd di musica buona-buona.
Una colonna sonora squisita.
Questa sound-track é il cibo preferito della mia ispirazione.
Gli zuccheri che fanno correre la mia immaginazione.
I carboidrati della mia fantasia e delle mie parole.

Colonna sonora: Rio - Questa é la terra
Ma anche: Avril Lavigne – My World


(foto di Steen Sundland)

mercoledì 13 ottobre 2010


(immagine rubata da alicepoint.blogspot)

Di ritorno da una serata esageratamente rock, tra vecchi amici, nuove esaltanti conoscenze e bevute color porpora.
In viaggio verso casa con ancora le orecchie che ronzano.
Mi ritrovo per caso per caso in quella via. Erano anni che non ci passavo.
Mi fa sempre uno strano effetto la vista di Piazza Leonardo, una piazza che ho attraversato tante volte. Quella piazza, quelle vie. Ripenso a me in quel periodo.
31 mattine con il cuore in gola.
31 risvegli tenebrosi.
31 volte il mio stomaco che non regge la colazione.
31 volte i miei nervi troppo deboli. O forse troppo forti.
Tutto per imparare a stare meglio.
Mi guardo adesso, ripenso alla serata appena trascorsa, alla mia vita. Mi sbircio per un attimo nello specchietto retrovisore.
Alzo il volume della radio.
‘Il sognatore’ mi riporta verso casa. Almeno ancora per un po’.
Regalo un’ultima occhiata a quella piazza é deserta. Un semaforo lampeggiante é l’unico coraggioso che spezza l’aria ferma con la sua luce intermittente arancione.
E penso che da allora davvero la mia vita é cambiata.
In meglio.
... La mia vita é cambiata ‘in un click’.

Colonna sonora: Rio – In ogni istante
Ma anche: Negrita – Non ci guarderemo indietro mai

lunedì 11 ottobre 2010


(Foto di Catherine Opie - Oliver in tutu)

É difficile stabilire con precisione quando una passione ha avuto inizio.
Non tutto ha una data, una linea di start, una griglia di partenza. Certe emozioni hanno i bordi sfumati.
Quello che mi ricordo con precisione sono frammenti, tesserine colorate di un mosaico, come in un puzzle. Come azzurre piastrelline di piscina.
Erano gli anni in cui si faceva merenda con il ‘tegolino’ del mulino bianco e il mio orologio biologico era puntato sulle 4 e mezza del pomeriggio quando in televisione c’erano Mila e Shiro.
Ricordo che abitavamo nella vecchia casa e che era un pomeriggio di sole in una giornata di inizio estate.
Ricordo che erano i primi anni ottanta, avrò avuto 3 o 4 anni al massimo.
Ricordo che mi ero infilata i fuseaux neri che mia madre mi aveva comprato il giorno prima, il tutù rosa del saggio di danza, un paio di orecchini dorati della genitrice (di quelli a clip, che non serve avere i buchi alle orecchie), il rosario di madreperla della nonna devotissima, e un mazzo di braccialetti di gomma nera e fluorescente, di quelli che tutte le bambine avevano in quegli anni.
Ricordo che con indosso questo improbabile outfit ero saltata sul divano sgangherato del nostro soggiorno cantando “like a virgin” e mimando un buffo balletto in perfetto stile Lady Ciccone.
Ricordo che mi portavo e mani al petto con gli occhi chiusi, per mostrare quanto fossi straziata dal ragazzo che mi aveva appena spezzato il cuore e che mimavo pose sexy dimenando a ritmo di musica il mio corpicino paffuto di bimbetta di 4 anni.
Non avevo neppure idea di che cosa parlasse il testo della canzone.
Non avevo neppure idea di cosa significasse avere il cuore spezzato.
Ma sentivo uno strano piacere che passava dalle orecchie e arrivava dritto dritto allo stomaco.
Ricordo che i miei mi guardavano divertiti, ma senza dare troppo peso alla cosa.
Ma ripensandoci adesso sono sicura che se solo avessero immaginato quanto quel momento avrebbe influenzato la mia vita futura, alterandone le priorità e piegandone i ritmi a suo piacimento, avrebbero di certo bruciato in un bidone del kerosene tutta quella accozzaglia di robaccia trash.
E così, tra le puntate di ‘Mimì e la nazionale di pallavolo’ e le confezioni di biscotti ‘pan di stelle’ del Mulino Bianco, tra ‘Beverly Hills 90210’ e i compiti di scuola, il rock si era infilato nella mia vita, prendendo alloggio nella mia testolina e aggiudicandosi un posto in prima fila tra tutti i miei pensieri presenti e futuri.
Dicono che ciò che sei nei primi tre anni di vita te lo porterai dietro per tutta la tua esistenza.
Ecco. Io a tre anni ero così. Non sapevo bene da dove arrivassero quei suoni ma sapevo che quello stano piacere che avevo provato ascoltando quella canzone me lo sarei portata dentro sempre.

colonna sonora: joan jett - i love rock and roll



venerdì 8 ottobre 2010

... qualche tempo fa vi avevo raccontato di aver partecipato alle riprese di un video, in un pomeriggio di fine estate, trascorso tra corse a perdifiato, birre chiacchierone, salti in loop, attese pazienti per nuvole giuste, comparse testone e ‘pelose’, inseguimenti di auto, spallate potenti e musica esaltante.
Vi ricordate?
Bé, questo é il risultato.
Un file uploadato su youtube che concentra tutta la voglia di divertimento di quella piccola folla allegra e di quel sole di fine Agosto.
Ecco il nuovo video dei Not For Sale – Prima O Poi




... e tra una puntata e l’altra di Buffy,
Angel,
True Blood,
Twilight,
The New moon,
Eclipse...
impareremo a vivere solo di notte,
ci divertiremo a mordere gole come passatempo,
diventeremo più pallidi e ci si allungheranno i canini...
... non so voi ma io non ne posso più di tutti ‘sti vampiri.

Colonna sonora: Love song for a vampire - Annie Lennox

Dopo aver girovagato per lo show-room per due interi pomeriggi... Ecco, questo é il mio prossimo acquisto:



Si tratta di un letto in legno grezzo appoggiato su zampe in alluminio spazzolato.
Appena l’ho visto me ne sono innamorata.
Ho capito subito che era quello giusto. Che era lui.
Perché questo letto é come me.
Ruvido.
Spigoloso.
Essenziale ma anche ricercato.
Apparentemente razionale ma anche stravagante.
Semplice e sofisticato al tempo stesso.
... con una spiccata personalità.
... e attento all’ambiente!

(ovviamente non voglio né lo specchio né i comodini coordinati. É già un letto piuttosto ‘deciso’... metterci anche i comodini in legno grezzo lo trasformerebbe nella camera da letto dei Flinstones!)

colonna sonora: Luca Dirisio - 'Stufa Calda'


(da sinistra: Faggia - Dany - io)

adoro questa foto, scattata con le mie sorelle... anche se risale all’estate scorsa, o a due estati fa... perché quando siamo così siamo forti, siamo davvero ‘la compagnia della bibita’...
... quando siamo così tutto può succedere.

Quando non vuoi comprare un oggetto lo trovi dappertutto.
In ogni negozio, in qualsiasi centro commerciale, a ogni angolo di strada.
Non vuoi comprarlo, ma l’hai costantemente sotto agli occhi.

Se poi, in un secondo momento, ci ripensi e decidi che desideri quell’oggetto, che devi averlo... é ovvio, immediatamente non é più in commercio.
Sparito.
Bandito dalle vetrine.
Rimosso anche dagli ultimi avanzi di magazzino.

Mi é successo recentemente, avendo deciso che non poteva più mancare nel mio guardaroba una Kefiah, il tradizionale sciarpa/copricapo arabo.
La avrei comprata volentieri in qualche mercatino o da qualche ambulante per strada, ma non c’é stato verso. Non sono più riuscita a trovarne una.
Alla fine mi sono rassegnata e l’ho acquistata in un negozio di Benetton.
Che é un po’ come dire comprare i preservativi nel negozio di Hello Kitty.
Oppure intonare “Baby one more time” a un concerto di Lemmy Kilmister (o se preferite di Ozzy Osbourne)
Oppure ubriacarsi con il Bacardi Breezer.
Oppure farsi bocciare in ginnastica.
Insomma, é una cosa che non si fa. Una cosa fuori luogo.
E voi? Avete mai fatto qualcosa di veramente ‘fuori luogo’??

In sottofondo: Clash - Rock the casbah
ma anche: Negrita – Destinati a perdersi





Cocktail di pensieri – shaker di fantasie – pestato di ispirazioni – frappé di idee
(Parte seconda)


Sono in una fase molto ‘creativa’ del blog.
A dire il vero sono in un fase molto creativa della mia vita.
Ho il dubbio che le due cose siano collegate.

"Mare accarezzami, luna ubriacami". Ma poi al ritorno guida qualcun’altro, eh!!?!

Quando al lavoro devo fare la quadratura della cassa non posso trattenermi dal canticchiare “monetine” di Daniele Silvestri. Sarà normale??

L'altra sera ho bevuto una birra, ma ho il sospetto che fosse scaduta.
Praticamente mi sono ubriacata con una birra andata a male. Sarà pericoloso??

Una che conosco mi ha detto “da quando ho scoperto che scrivi su polexia.spinder.com ti leggo tutti i giorni!!”
TUTTI I GIORNI????!!?
Ma nemmeno io guardo il mio blog tutti i giorni!!???
... secondo voi posso denunciarla per stalking??

colonna sonora: Negrita - Transalkolico


Lo confesso la prima volta che l’ho vista nel video di TikTok l’ho subito detestata.
Mi é stata sul cazzo violentemente. Da subito.
Ma sapete no quello che si dice!? ‘Chi disprezza ama’.
E alla fine ho cominciato ad apprezzarla.

E infatti, dopo attenta analisi, ecco dieci cose che abbiamo in comune io e Kesha:
1 – tutte e due amiamo esibirci in una vasta gamma di smorfie e linguacce quando ci scattano una foto
2 – entrambe coltiviamo una sfacciata passione per tutto ciò che stupisce, condita da una personalità tendenzialmente egocentrica
3 – condividiamo una criniera biondina, ispida e quasi ingestibile
4 – tutte e due abbiamo una pericolosa tendenza alla sbruffonaggine e alle bravate
5 – dividiamo una passione sconsiderata per stivali texani, biker boots, borchie varie e magliette di concerti
6 – abbiamo in comune una insana attitudine a una certa forma di esibizionismo
7 – nessuna di noi due risulta particolarmente ‘simpatica’ a prima vista
8 – siamo daccordissimo su una frase di una sua canzone: “La corsa vale il prezzo che pago”. Sacrosanta verità.
9 – tutte e due abbiamo una relazione molto intima con la birra doppio malto e il jack daniels
10 – e infine... entrambe amiamo indossare un plettro come se fosse un diamante De Beers (lei lo usa come girocollo, io lo porto al polso.. un insolito solitario che attesta il nostro indissolubile legame amoroso con il rock'n'roll)

in sottofondo: Kesha - Tik-Tok


{... Fare Outing...}

Di solito faccio colazione a casa, perché é molto più sano.
Ma a volte mi capita di arrivare al lavoro direttamente dalla serata prima e così sono costretta a fare colazione al bar sotto l'ufficio.
Mi é capitato questa mattina.
Mi stropiccio gli occhi ancora truccati dalla sera prima mentre chiedo al cameriere un bicchiere di latte macchiato e una brioche.
Intanto osservo le persone accanto a me.

C’è il manager-super-impegnato che beve il caffé con il notebook aperto sul tavolino mentre controlla le quotazioni della borsa o definisce gli ultimi dettagli per la riunione delle otto e trenta. Probabilmente di quel caffé non sente neanche il sapore.

C’é la donna in carriera in completo super griffato e tacchi alti che neanche Sex-and-the-city che beve marocchino con aria annoiata.

Ci sono alcuni operai con le tute sporche di cemento che alle otto di mattina già bevono il primo caffé corretto alla grappa. Esaremmoancheapostocosì.

Ci sono un paio di segretarie che avranno più o meno la mia età che chiacchierano del più e del meno e si raccontano un po’ di vita.

Ci sono alcuni ragazzi che lavorano alla consegna dei giornali e che si gustano con calma una meritata colazione dopo una notte di lavoro.

Ci sono un paio di ragazze che fanno anche loro colazione dopo una notte di lavoro. E il loro abbigliamento non lascia dubbi su quale tipo di lavoro si tratti.

E poi c’é Sara.
Sara é la figlia della ragazza che lavora alla portineria dello stabile, spesso la incrocio la mattina, fa colazione al bar con sua mamma prima di andare a scuola.
Sara avrà si e no 12 anni. Sua mamma é bellissima, alta, sicura di sé, ha un aspetto molto attraente mentre beve il primo caffé della giornata.
Sara invece sembra un pulcino bagnato.
Non é la prima volta che la incontro, ma stamattina mi fermo a osservarla con più attenzione.
Lo zainetto poggiato a terra.
La colazione davanti a lei sul tavolino.
Il cappuccino fumante.
La brioche é stata un po’ sbriciolata alle estremità. Sara ne ha sbocconcellato un pezzettino minuscolo. Tutto il resto rimane nel piattino.
La spremuta é l’unico oggetto del desiderio di Sara in questo momento.
La sorseggia nervosamente mordicchiandosi il labbro.
La osservo senza pudore.
Sara tiene gli occhi bassi, si passa le mani sulle braccia magre, magrissime, massaggiandole, come se le facessero male, e forse é davvero così. Tocca appena il piatto con gesti nevrotici, mentre le sue mani straziano la brioche dilaniandola in mille briciole senza però portarsi nulla alla bocca.

La guardo e penso che vorrei tanto avvicinarmi a Sara, sedermi accanto a lei e dirle che non é tutto qui. Che so che cosa sta passando ma che non deve perdere la fiducia, che tutto questo cambierà, che alla fine di questo viaggio la aspetta qualcosa di bello. Io lo so.
Le vorrei dire: sai, non é tutto qui. Adesso é un inferno, lo so, ma verranno giorni migliori e giornate di sole. Ci saranno messaggi che ti faranno sorridere e canzoni che arrivano nel cuore della notte. Ci saranno momenti che ti faranno sentire davvero grande, e ti prenderai delle soddisfazioni che certo non cambiano il passato ma un po’ curano.
Ci saranno incontri inaspettati e persone che si infileranno nella tua vita per restarci, per cambiarti. E anche se non c’é nulla di scontato o gratuito, anche se a volte farà male, ringrazierai per tutto questo. E penserai che ne é valsa la pena, che un capitolo della tua vita é davvero chiuso.
E anche se i segni di tutto questo ti resteranno dentro per sempre, potrai finalmente pigiare il tasto ‘off’ su questo capitolo della tua vita.
E ti sentirai improvvisamente leggerissima.
Un giorno ripensando a tutto questo ti sentirai davvero forte.

Tutte questa cose vorrei dire a Sara.
Ma la paura di sembrare una pazza, mischiata alla mia naturale ritrosia, mi fermano.
Resto a guardarla mentre si alza dalla sedia e fa per allontanarsi.
Per un attimo però i nostri occhi si incrociano.
Ci guardiamo per un istante lunghissimo.
Nessuna delle due sorride.
E forse riusciamo a capirci anche senza parlare.

Colonna sonora: P!nk - Conversation with my 13 year old self
oppure: Christina Aguilera - I'm Ok
... sei sicuro di sapere da dove arriva la tua pausa delle 4 del pomeriggio??

...bevi consapevolmente,
bevi informato!

(immagine rubata da agapetea.com)

... tempo fa avevo la mania di abbinare a ogni post il titolo di una canzone, come una frammentaria colonna sonora virtuale.
Poi non so perché non l'ho più fatto.
Bene, é giunto il momento di riprendere questa sana abitudine.
Colonna sonora: Il mio amico vende il thé (Luca Dirisio)

... da Imola con furore...
Due giorni fa, concerto di uno dei miei gruppi preferiti, vicino a Imola, località Chiavica (già il nome é un programma..). Gran concerto e gran bella serata.
Tuttavia, mentre la band si sgolava a spiegare l’importanza del messaggio ecologico del gruppo, una giovane fan vicino a me era più interessata ad un altro tipo di ‘messaggio’...:



(Non so chi sia la ragazza, ma non ho potuto trattenermi dal fotografarla...!)
Sono sincera, a me che conosco questo gruppo da circa otto anni, che li ho visti sperimentare nuovi look, tagli di capelli, outfit da concerto e abbinamenti più o meno rock, chiedere ‘quale maglietta é più bella? Quella rossa o quella nera??’ mi fa un po’ strano vedere una ragazza che gli urla “nudi!!” (oppure che se lo scrive in faccia con un post-it incollato in fronte!)
Tuttavia mi tornano in mente le parole di una persona che conoscevo tempo fa (e che di gruppi rock se ne intende parecchio)... ricordo che una volta questo losco personaggio mi ha detto:

Ricordati sempre i 4 capisaldi del rock:

1 - I primissimi fan, i primi che ti hanno dato fiducia e che ti hanno seguito, sono anche i primi che ti mollano non appena fai successo.

2 - in questo ambiente, quando ti vogliono presentare qualcuno, oppure quando qualcuno si offre di darti il suo numero di telefono, accetta sempre! Non sai mai di chi si tratta, potrebbe essere un famoso produttore o qualche pezzo grosso di qualche casa discografica.

3 - non esistono ‘buona pubblicità’ e ‘cattiva pubblicità’. Esiste solo la pubblicità. Detta in altri termini ‘che se ne parli bene o che se ne parli male, basta che se ne parli!’

4- quando qualcuno ti urla qualcosa di sconcio, tipo “nudi-nudi!” oppure ti definisce un sex-symbol, allora é ufficiale: stai sfondando!

... quindi, alla luce dell’ultimo punk-comandamento, va bene anche la tipa con scritto ‘nudi!’ sulla fronte... stay rock!!

... visto che lo scorso weekend sono stata sgridata per la clamorosa tosata che ho dato ai miei capelli torno sull’argomento, o se preferite sul luogo del delitto.
Cambiare taglio di capelli cambia il modo in cui ti senti.
La tua immagine é un po' il tuo approccio con il mondo.
Il pettine e un paio di forbici sono meglio di uno psicologo.

Prima avevo l’aspetto di un paffuto batuffoloso persiano.
Una morbida matassa bionda.
Era un look rassicurante.



Ora mi sento uno spigoloso Devon Rex.
Una difficile creatura dalle appuntite orecchie elfiche.
Diffidente, attenta, e con due fanali verdi spalancati sul mondo.


(immagini rubate dal web, il primo scatto é di Chiara Ferragni,
il secondo é preso da ChihuahuaFriends)


Domenica scorsa ho partecipato come comparsa alle riprese del nuovo video dei NfS.
É stata un’esperienza nuova. Divertente, esaltante, spassosa e colorata.

Il tempo é stato dalla nostra parte e ci ha concesso una giornata di sole cocente, anche se a mandare su la temperatura e sciogliere l’asfalto erano la nostra voglia di musica, le birre bevute sul marciapiede, la nuvola timida, le corse a perdifiato, l'allegria delle persone presenti, le chiacchiere e i giri in macchina che hanno reso questa giornata indimenticabile. L’ascolto in loop di una canzone che spacca é stata la giusta colonna sonora di questo insolito pomeriggio di fine estate.




Tra le 'perle di saggezza' della giornata vorrei ricordare:
“mi raccomando, non dovete guardare in macchina!!”
“eh, ma la devo pur guardarla la macchina, sennò mi investe!”
“ma no, intendevo non guardare l’obiettivo!”
“... l’obiettivo della giornata??!”



Il giorno dopo avevo un livido bluastro sul braccio, per aver ricevuto una spallata particolarmente violenta durante una scena di pogo selvaggio. Lo custodirò come un piccolo trofeo, o se preferite una ferita di guerra (ho sempre sospettato che fare la comparsa fosse un duro lavoro!!).
... Partecipare alle riprese del video di uno dei miei gruppi preferiti era un’esperienza che non poteva certo mancare nel mio curriculum di ragazzaccia rock, no?!?

p.s.
Sheela, alias “la brutta testa” é in assoluto la comparsa più figa del video... e direi sicuramente anche la più pelosa!


(immagine rubata dal web)


Quando ero piccola c’era qualcosa di speciale nelle vetrine dei negozi a settembre, appena finite le vacanze.
Era il brivido di scegliere il diario per il nuovo anno scolastico, i quaderni, il materiale per la scuola.
E anche se non sono mai stata quel che si dice una scolara-modello, quegli acquisti, in quel preciso periodo dell’anno, mi affascinavano.
Era un rito. Iniziava un nuovo anno, c’era la possibilità di ricominciare tutto da zero. Tabula rasa.
É il brivido di quando tutto é possibile, é la vertigine di quando un’infinità di scelte ti si spalanca davanti agli occhi come un baratro facendoti traballare.
Un foglio in bianco, tutto da scrivere, tutto da decidere:
Come sarebbe stato l’anno che stava per cominciare. Cosa avrei fatto. Dove sarei andata in gita. Per chi mi sarei presa una cotta.
Come una pagina bianca spedita da uno sconosciuto. Incognita totale.
E devo ammettere che anche adesso, che il tempo della scuola é finito da un po’, le vetrine di fine estate conservano per me un fascino tutto particolare.
Anche se non amo particolarmente la stagione fredda, confesso che vedere comparire i primi maglioni, i primi vestiti di lana, cappotti e sciarpe, mi da una inspiegabile sensazione di benessere.

... Signor commissario, sono venuta qui per costituirmi.
Ho commesso un terribile crimine. Esasperata da una situazione sempre più ingestibile ho ceduto ai nervi, alla stanchezza, alla mia ira.
So che non avrei dovuto, ma é così. Ormai é fatta, e non posso più tornare indietro.
Non ci ho pensato su più di tanto, é stato un gesto impulsivo.
C'era un paio di forbici affilate, luccicavano sopra la mensola.
Così crudeli eppure così affascinanti.
Le ho afferrate e le ho rivolte verso di me.
Infierendo contro me stessa, con rabbia, con ferocia. Senza alcuna pietà.
Facendomi tutto il male che solo io so farmi.
Solo dopo aver fatto scempio di me stessa mi sono placata.
Solo allora mi sono sentita meglio.
Esausta ma sollevata.
Non me ne pento.
Non cerco giustificazioni né compatimento. Forse solo un po’ di comprensione.

Cercate di capirmi: in testa io non ho capelli, ho una criniera, un pellicciotto di castoro!!
Ogni tanto devo tagliarne via 20 centimetri buoni per potermi sentire un po’... più leggera!





(immagine rubata dal web)




(foto rubata nel web)

... qualche giorno fa, in macchina con amici, guidavo io.
Nessuno in giro, pochissimo traffico, chiacchiere piacevoli, guidavo tranquilla tenendo con una sola mano il volante.
All’improvviso lo vedo in mezzo alla strada, immobile come un mucchietto di stracci.
Cerco di sterzare ma é inutile. Troppo tardi.
Lo sento inevitabile. Un piccolo sobbalzo sotto alle gomme larghe.
Un tuffo al cuore.
OhmiodioOhmiodioOhmiodio!!
E se ho travolto un cane? E se ho ucciso un gatto? E se era un porcospino? No, non posso crederci, potrei essere diventata anch’io un’assassina di porcospini...
Accosto.
Vorrei scendere, andare a vedere, ma mi tremano le gambe.
Bianca come un lenzuolo.
Scende un mio amico al posto mio.
Miodio se devo averlo ucciso fai almeno che non sia un cane. Non so perché ma l’idea di un gatto mi fa sentire meno in colpa. Forse perché penso che ha altre 6 vite. Che ipocrita del cazzo che sono.
Terrore.
Secondi che sembrano ore.
Poi il mio amico torna sghignazzando. Ride senza ritegno tenendosi la pancia.
“Fra, tranquilla era già morto... cioé non é mai stato vivo... voglio dire... hai investito un Mocio-Wileda, uno spazzolone dei pavimenti!”
Lo guardo malissimo, cosa cazzo mai avrà da ridere... poi finalmente trovo il coraggio di scendere dalla macchina e guardare. É vero, é solo un’inerte ammasso di setole verdastre, un agglomerato di fibre messo al mondo con il solo scopo di pulire le piastrelle, con tanto di aggancio per il manico dello scopattone, probabilmente é stato perso da qualche camion della spazzatura.
I miei compagni di viaggio mi sfottono: “... Attenzione: Assassina di spazzoloni dei pavimenti a bordo...”
Finalmente viene da ridere anche a me.




Dopo il lavoro vado da Douglas a comprarmi lo smalto da unghie.
Il solito colore, che piace a me, DarkRed di Chanel, oppure in alternativa Delicious dark di Rimmel, tanto sono quasi uguali. É quella particolare tonalità di rosso scurissimo. L’unico che le mie unghie amano.
La commessa mi chiede se voglio provare la tonalità ‘confetto di perla’ che gli é appena arrivata in negozio.
Rispondo che no, grazie, sono apposto così.
Lei insiste, che il ‘confetto di perla’ é in offerta-lancio e dovrei proprio provarlo.
Rispondo che no, grazie, ‘confetto di perla’ non lo userò mai e quindi non lo compro anche se é scontato.
Lei ribatte “ok, ho capito sei una che ha paura di osare qualcosa di nuovo!”
A questo punto non ci ho visto più.
Io, che ho provato qualsiasi tipo di alcolico, diverse dipendenze emotive, che sono passata attraverso due diversi d.c.a., che sono stata a concerti di gruppi di cui lei non conosce neanche il nome in paesi che non sapevo neanche esistessero e nei quali di certo non sarei in grado di tornare, che ho dormito per strada con persone mai incontrate prima, secondo lei avrei ‘paura’ di provare uno stupidissimo smalto da unghie per giunta di un colore orribile?
Sbatto sul bancone DarkRed rischiando di mandare in frantumi la preziosa bottiglietta sibilando “mi batti lo scontrino di questo cazzo di smalto o devo andarlo a comprare da un’altra parte??”
Lei deglutisce e non risponde più nulla.
Pago e esco.
Osservando la confezione della bottiglina ripenso all’accaduto.
Decisamente sono una da unghie sanguinose in DarkRed.
‘Confetto di perla’ non mi si addice proprio.
Ora ne é convinta anche la commessa di Douglas.


Qualche giorno fa sono andata a sentire il concerto di uno dei miei gruppi preferiti a Bagnaria, un paesino sperduto sui colli pavesi dove organizzano una festa all’aperto in puro stile messicano. É il terzo anno che vado alla festa di Bagnaria e ormai é diventata una tradizione.

Nel 2007 a Bagnaria é stata la serata più fredda della mia vita. Un gelo che mi ha attanagliata per tutta la nottata. Di quella sera ricordo il freddo, i boccali di birra, una felpa in prestito, i bagni chimici, l'acqua Rocchetta, la dormita su una panchina, io e la mia socia impegnate a lisciarci i capelli in albergo, una partita di pallone improvvisata, il vento gelido e i brividi che mi hanno scossa per tutta la sera, anche se non so se il freddo arrivasse da fuori o da dentro di me.

Lo scorso anno a Bagnaria é stata la serata delle chiacchiere e delle confidenze con la mia sister, dei cubetti di ghiaccio, delle cose dette, senza segreti. Lo scorso anno a Bagnaria per la prima volta avevo esibito il mio nuovo taglio di capelli, che da un giorno all’altro ero passata dal look ‘gatta persiana’ a un severo outfit in stile ‘gatta-sphynx’ (gli sphynx sono i famosi ‘gatti nudi’). E in effetti era cambiato non solo il look, ma anche il contenuto della mia testa matta: lo scorso anno a Bagnaria per la prima volta ho parlato di un progetto ambizioso.

Quest’anno tornando a Bagnaria mi sono resa conto che quel progetto che era nato proprio qui un anno fa, é (in gran parte) diventato realtà. Quest’anno a Bagnaria c’erano aste di microfoni instabili, cantanti smemorati, casse ballerine, pensieri misti, erba umida di pioggia, consigli e pareri tecnici sull’ikea e un imprevisto acquisto utile. Quest’anno tornando a Bagnaria ho visto questo:



e non credo che sia un caso.

E l’anno prossimo?? Cosa avrà in serbo per me la festa di Bagnaria il prossimo anno?
Non lo so. Quello di cui sono sicura é che voglio esserci.



Cocktail di pensieri – shaker di fantasie – pestato di ispirazioni – frappé di idee
(Parte prima)


Penso ai miei sogni. Candidamente evasiva come il bianconiglio.

Ci sono giorni in cui la pazienza non sembra proprio una mia priorità.

Il consulente dell’ufficio mi é simpatico da morire.
Talmente simpatico che oggi pomeriggio gli ho servito il caffé con i biscotti.
Scaduti.

In sottofondo: Richard ascroft – Love is noise – adoro letteralmente questa canzone. Credo che sia una delle canzoni più belle di sempre. Sarà che mi ricorda l’estate, quando mi preparo per uscire la sera e in camera mi arriva la musica dal locale al piano di sotto.

Bella di Twilight é la figa-di-legno più clamorosa della storia della cinematografia mondiale. In confronto a lei Babi di 'Tre metri sopra al cielo' sembra Nancy Spungen.

Guardando le vuvuzelas a voi non viene in mente la
‘Tromba di Torricelli’?

Detesto i miei parenti (zii, cugini, ecc.).
Li
odio proprio.
Li venderei volentieri su ebay... ma purtroppo non me li compra nessuno.

Adoro fare colazione con il pane e la marmellata di mirtilli.
Adoro un po' meno passare la mattinata a togliermi i semini di mirtillo da in mezzo ai denti.


Vorrei avere
le iridi di 2 colori diversi per poter guardare davvero il mondo ‘con occhi diversi’.

Credo che baratterò (temporaneamente) il mio miele con un nero corvino.


Ho la pessima abitudine di affezionarmi agli oggetti. Anche alle cose stupide.
So che é sbagliato ma é così.
Credo che gran parte del fascino del ‘vintage’ derivi da questo: la consapevolezza di avere qualcosa che non solo é praticamente unico, ma che racconta una storia.

Per esempio colleziono una serie di ‘souvenir di viaggio’ tra i quali spicca una trottola di legno acquistata in un mercatino delle pulci a Vicenza durante una trasferta rock. Tutte le volte che la guardo penso a quel pomeriggio passato a fare le turiste con le due bimbe veronesi, alle caramelle mangiate per strada, al viaggio in treno.

Una cintura acquistata anni fa in un negozio dell’usato. La proprietaria del simpatico negozietto mi aveva spiegato che faceva parte di una partita di capi che arrivava dagli stati uniti. Tutte le volte che la indosso penso alla persona che l’ha portata prima di me. Mi sono fatta una mia precisa idea su che tipo sia la sua ex-proprietaria e in che occasioni l’abbia indossata. Mi immagino una ragazza tosta, un po’ maschiaccio, con i capelli rossi, che gestisce un bar in stile “coyote ugly”.

Gli orecchini a goccia. Una sera ne ho perso uno durante un concerto in piazza a Porto Potenza e la Cri me l’ha ritrovato in mezzo a un mare di coriandoli sparati in aria e poi ricaduti sui sampietrini della piazza. Tutte le volte che metto quegli orecchini mi torna in mente quell’episodio, quel weekend, quella piazza.

Trovare nelle tasche dei jeans scontrini/bigliettini/buoni-bevuta di locali dove hai passato una serata divertente.

L’anello da mignolo con le iniziali di mio padre. Lo uso con un collarino nero e lo porto sempre.

Il lampadario di mia nonna. Lo adoro. Oltre a essere bellissimo (ve ne posto qui una foto in modalità ‘acceso’) ha la straordinaria proprietà di ricordarmi lei, quella forza della natura di mia nonna. Tutte le volte che lo guardo ripenso a qualche ‘frase storica’ della mia antenata. Di quando guardava i cartoni animati insieme a me perché diceva che "le storie d’amore tra Mila e Shiro sono meglio di Beautiful". Di come, a me che avevo si e no 6 anni, lei sembrasse altissima, anche se in realtà non raggiungeva quasi il metro e sessanta di statura. E spero che tenendolo acceso sopra la mia testa mi trasmetta un po’ di quella dote innata di fregarsene delle opinioni altrui, del suo carattere ispido e della sua testa matta.

... Stay vintage!






Recentemente ho frequentato un corso per apprendisti.
Le lezioni erano noiosissime e così ne ho approfittato per guardarmi in giro, osservando le mie compagne di corso (tutte ragazze) che erano un vero concentrato di stereotipi.
Apparentemente dolci e zuccherose ma quando aprono la bocca hanno più veleno loro di una vipera.
Iene travestite da Marilyn Monroe.
Un centrifugato di pettegolezzi, maldicenze, luoghi comuni, grandifratelli, gossip e simone ventura. Lamentose e petulanti, nevrotiche e isteriche.
Parlano solo di prodotti contro la cellulite, dei loro ritardi e dei programmi televisivi della DeFilippi. Una caricatura di tutti i più tipici difetti femminili.
Ecco, questo post é dedicato a tutte quelle che NON sono così. A tutte le mie amiche di blog, di concerti, di vita quotidiana o di fb che non si piegano a questo stereotipo. Quelle che non si meravigliano, quelle che sono curiose di tutto.
Quelle che il bicchiere a volte é mezzo pieno, a volte é mezzo vuoto, ma se lo bevono sempre e comunque fino all’ultimo sorso.
Quelle che annusano e mangiano i fiori, leccano i gatti e graffiano la schiena degli uomini.
Quelle che non hanno paura di dire quello che pensano.
Quelle che a piumosi barboncini rosa preferiscono cicciosi bulldog con tanto di cicce, rotolini e canini di fuori.
Quelle che nel loro armadio ci trovi stivali griffatissimi accanto a magliette comprate nei mercatini, perché la vita é troppo breve per essere sempre una cosa sola.
Quelle che alla collana di perle preferiscono un collare di borchie.
Quelle che vorrebbero avere come amiche quelle tre matte delle conigliette di Playboy.
Quelle che nella vita vogliono provare tutto.
Quelle che sono curiose.
Quelle che sperimentano.
Quelle che non dicono ‘questa cosa non la farò mai’.
Quelle che hanno la passione per i tatuaggi.
Quelle che amano cucinare, correre, disegnare, cantare a squarciagola, ballare, fare sesso, giocare con la propria immagine e tutti i modi di esprimere se stesse.
Quelle che credono nella sensualità.
Quelle appassionate, quelle che cantano in macchina, andando dietro alla radio, e se ne fregano se stonano.
Quelle che verniciano sgabelli.
Quelle bastiancontrario.
Quelle sempre e comunque controcorrente.
Quelle che non si fanno venire una crisi isterica di fronte a un ragno.
Quelle che amano gli animali.
Quelle che a volte si maledicono.
Quelle a cui non piace ‘titanic’.
Quelle che preferiscono un bel film pulp.

Quelle che pensano che le bionde siano più simpatiche.
Quelle che non si vergognano di dire cosa gli piace, sia dentro che fuori dal letto.
Quelle che non dicono mai ‘non mi piace’ senza aver provato prima.
Quelle che si divertono.
Quelle che fanno kickboxe.
Quelle un po’ maschiaccio.
Quelle sexy.
Quelle che se vedono una bella ragazza dicono che é una gran gnocca e non cercano di trovarle per forza mille difetti.
Quelle che rischiano.
Quelle contestatrici.
Quelle che sanno quello che vogliono e si fanno un mazzo quadro per ottenerlo.
Quelle che non c’é mai niente di scontato, o di facile.
Quelle che puntano un obbiettivo e poi si spendono al massimo per ottenerlo.
Quelle che 'hello kitty' vorrebbero tirarlo sotto con la macchina.
Quelle con i capelli bicromatici, q
uelle che in borsetta hanno sia una bottiglietta di 'Chance-di Chanel' che un barattolo di marmellata di fragole.
Quelle che a morbidi maglioncini d’angora rosa preferiscono giubbotti di pelle nera.
Quelle che amano le All-Star più delle Chanel.

Quelle che stringono i denti, che soffrono, anche quando le cose non vanno proprio come volevano loro.
Quelle con la testa dura.
Quelle che fanno tardi al sabato sera, poi vanno a letto ancora truccate e si svegliano al mattino dopo con gli occhi neri come quelli di un panda.
Quelle che non si meravigliano, di fronte alle unghie finte, alle tette finte, o alla luisa wittona finta.
Quelle che danno sempre qualche moneta ai musicisti di strada perché si sentono un po’ loro amiche anche se non li conoscono.
Quelle che hanno la bocca che non ha mai sapore di confetti o zuccherini, ma sa spesso di birra Becks.
Quelle che amano guidare.
Quelle che amano farsi guardare.
Quelle che hanno un palo da lapdance in cucina.
Quelle che fin da piccole non volevano fare le veline, ma le commesse in un sexy shop
.
Q
uelle che se provi a chiamarle ‘principessa’ ti fanno un occhio nero.
Quelle schiette.
Quelle senza peli sulla lingua.
Quelle vere.

... quelle come me.

... dopo una bella serata, faccio apposta a fare il giro più largo in macchina, passo per quella via che negli ultimi mesi ha cominciato a diventare familiare, mi fermo un attimo, assaporo l'atmosfera un po' surreale, un po' di foschia che arriva dai giardini, il silenzio assoluto e la strada deserta, una nebbiolina che avvolge tutto di un odore un po' fiabesco a quest'ora tarda.
Abbasso il finestrino.
Assaporo e annuso questo momento gustandolo completamente.
Faccio inversione con la macchina e mi avvio.
Non prima di aver sbirciato su, verso quelle due finestrine chiuse.
E qualcosa, dentro di me, sorride.
L'ho visto indossato da Xtina Aguilera nel nuovo video e mi sono subito documentata:
(é un anello che si riferisce alla posizione delle dita usata nello yoga nella fase di meditazione)
si chiamano 'Erotic Luxury' e sono una collezione di anelli disegnati da Betony Vernon, studiati apposta per dare (e ricevere) piacere.
Qui di seguito potete vederne alcuni esempi indossati da Xtina Aguilera,



... da Angelina Jolie...



... il modello originale così com'é presentato nel sito...



... una foto promozionale / suggerimento d'uso...



... altri gioielli della stessa collezione di forme diverse...






... e un modello 'da massaggio'.



ora, a parte il fatto che costano 1.250$ cadauno e che pertanto sono praticamente inavvicinabili, é noto che tutto ciò che é sessualmente esplicito e/o provocatorio mi incuriosisce e mi affascina. non ne faccio mistero.
però mi chiedo: é davvero piacevole una consistenza così metallica??
(... si accettano opinioni a seguire...)

Ci sono giorni in cui sono (pesantemente) anfetaminica, e altri in cui mi ritrovo così. Senza saperne neanche il motivo.
La mia droga sono io.

(la tipa della foto non sono io, é semplicemente una immagine che ho trovato nel web e che mi é piaciuta...)