venerdì 27 settembre 2013


Quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba.
Io invece quando non trovo nei negozi quello che desidero, me lo faccio da sola.
E' successo così con questo berretto di borchie visto sul blog di FashionToast e cercato (invano) per tutti i negozi della zona.
Alla fine ho comprato un anonimo cappello nero, una cascata di borchie metalliche a cono, mi sono armata di santa pazienza, e ho assemblato il tutto.
Risultato perfetto.
Per questo successo ringrazio infinitamente il mio spacciatore di borchie di fiducia, un tizio che ha un negozio a Milano, in zona navigli, squinternato quanto basta, e con una inquietante somiglianza con Lemmy Kilmister. Una roba che la prima volta che ho varcato la soglia del minuscolo negozietto pensavo che fosse lui in persona. (ovviamente avevo già sfoggiato la mia miglior espressione adorante!).
In generale mi piace costruire, o modificare qualcosa con le mie mani.
Personalizzare quello che mi metto addosso.
In fin dei conti é solo un gioco.
Ma é un bel gioco.
eccomi qua.
in tutti i miei 49 kili di sfrenato entusiasmo.
comodamente seduta a bordo palco.
Non so chi abbia scattato questa foto (ma un sospetto ce l'ho).
... quando una nasce rock...
#ThisIsMe #QuandoUnaNasceRock #ItsAllAboutMe


lunedì 9 settembre 2013

 








... mi piace vedere il bicchiere sempre tutto pieno.
perché mezzo pieno non può bastare.
a me di sicuro non basta.
e così anche se non ho avuto giorni di ferie guardo a questa estate ormai agli sgoccioli e penso che me la sono spassata comunque.
come sempre del resto.
sono fatta così.

Questo è stato l'ultimo weekend di feste all'aperto.
Cominciato con un venerdì che più lombardo non si può, e che sa di tradizione,
Brianza da ricordare,
da Biassono con furore,
parcheggi in mezzo agli alberi,
incontri,
vi-prego-tirate-giù-dal-palco-quelli-della-premiazione,
musica di quella buona, quella più vera, quella che ti arriva alle orecchie senza pudore,
bella serata,
adoro-questa-canzone,
cat-eyes,
nuove conoscenze, chiacchiere con una cucciola fortissima che arriva da lontano e che potrebbe essere la mia sorellina più piccola,
adoro conoscere persone così,
un bicchiere di Coca&Rum con lo zucchero di canna che neanche il più imbranato dei barman sarebbe riuscito a mettere insieme una schifezza del genere,
rientri selvatici a notte fonda,

risveglio violento al mattino dopo che tanto io non dormo mai,
sabato di vizi,
pomeriggio in modalità giocherellona,
buon compleanno amico mio, come faccio a volerti così tanto bene?
che sei un cattivo ragazzo, lo sai, ma quando mando a te certi sms non scherzo mai,
altro-giro-altra-serata,
spiritello notturno,
quando siamo lontane per troppo tempo mi manca mia sorella,
fantasia-fantasia-portami-via
piombare nel letto di schianto e addormentarmi di botto è uno dei tratti distintivi del mio carattere,
domenica è da sempre il giorno in cui pago tutte le mie colpe, con due ore di corsa in mezzo ai campi,
e una colonna sonora violenta nelle orecchie,
non-mi-do-tregua.

E adesso settembre butta giù tutta la pioggia che vuoi,
abbiamo maglioni di lana e tempra da vendere,
felpe pesanti e grandi progetti a tenerci al caldo.
Noi siamo pronti.

sabato 7 settembre 2013

se non mi ami più almeno ama una che mi assomiglia



Se questo post avesse un titolo sarebbe:
“se non mi ami più almeno ama una che mi assomiglia”.
ovvero le buone maniere sentimentali e il galateo della pomiciata.
 
In una delle puntate più famose di Sex and the City, Carrie propone il decalogo delle ‘regole del lasciarsi’:
  1. Distruggere tutte le foto dove lui ha un'aria sexy e tu sembri felice.
  2. Mentire. È più facile che ammettere la realtà delle cose.
  3. Finché non si è emotivamente stabili non mettere piede nei negozi.
  4. Non smettere di pensare a lui neanche per un momento perché è proprio in quel momento che lui apparirà.
  5. La più importante di tutte. Non conta chi ti ha spezzato il cuore o quanto ci vuole per guarire, non ce la farai mai senza le tue amiche.
Ma dovrebbero scrivere anche un ‘galateo del lasciarsi’.
Perché magari é stata una bella storia, magari ci si é voluti bene tanto, perché bisogna arrivare a odiarsi?? Perché, porca miseria, a volte gli ex (o le ex) si comportano proprio da stronzi?
Uno dei colpi bassi peggiori é quando, dopo averti mollata, si mettono con una/uno che é l’esatto opposto di te.
Ma perché??!!?
Magari tu sei una molto rock, borchie & tatuaggi.
E subito dopo averti scaricata lui si mette con la classica tipetta tutta casa e chiesa.
Oppure, tu sei una biondina efebica, e dopo averti spezzato il cuore lo vedi in giro con il clone di Snooki di Jersey Shore.

Oppure lui é un tipo alla Dylan McKay e lei lo scarica per infilarsi cinque minuti dopo nel letto del classico tipo ‘che piace tanto alla mamma’.
Sono cose che ti fanno sentire ancora peggio, perché ti viene da chiederti, visto che gli piace una/uno che é il tuo esatto opposto, che cosa gli piaceva di te???
Sarebbe meno traumatico se quello/a che ti ha mollato uscisse, almeno per i primi tempi, con una/uno che ti assomiglia.
Almeno un po’.
Mentre riflettevo su queste profonde considerazioni mi é tornato in mente un fatto di qualche anno fa.
Io e Lui avevamo appena chiuso.
E io me ne stavo a leccarmi le ferite con il cuore infranto.
‘Lui’ si chiama Martino e detiene il singolare primato di essere l’unico ad avermi spezzato il cuore.
Va precisato che il mio cuoricino non é che sia proprio una cosina delicatissima,
Anzi, normalmente é fatto dello stesso materiale con cui la Nasa riveste gli shuttle.
Ma Lui, era riuscito a mandarlo in mille pezzi come fa quel figo di Bruce Willis con l’asteroide in quel film famoso.
Insomma, in quel particolare autunno di qualche anno fa me ne stavo un po’ così, quando una sera mi é capitato di incontrare Lui, Martino, in un locale dal nome zuccherosissimo.
Io ero in compagnia della mia solita compagna di scorribande (é amica di entrambe, aveva dunque avuto una poltrona in prima fila sul disastro, sulla catastrofe sentimentale), Lui era in compagnia di un nuovo flirt.

Va detto che Lui, Martino, ha una classe inimitabile.
Nelle questioni di cuore e non solo.
E non avrebbe certo commesso una simile caduta di stile.
In confronto a Lui, Mr.Big in persona sembrerebbe un cafoncello appena uscito dal ghetto.
E infatti, eccolo lì, figo come al solito, in compagnia di questa ragazza, molto bella, molto alta, forse un po’ più di me (che non sono esattamente un puffo), magrissima, capelli castani lisci lunghi fino a metà schiena, con un vestitino di cotone leggero, stivali biker, un’aria un po’ vissuta, un po' rock, qualche cianfrusaglia d’argento a ornarle i polsi e le dita, trucco nerissimo sugli occhi e un fascino a metà strada tra una modella e un pirata, tra una catwalker e un corsaro dei sette mari. Insomma, il tipo di ragazza che piace a me, il tipo di persona che cattura subito la mia attenzione.
A fine serata, uscendo dal locale, mi sono avvicinata al bancone del bar, dove i due stavano flirtando.
Ho salutato affettuosamente Lui (perché nonostante il mio cuore spezzato a Martino/BruceWillis gli voglio proprio bene), poi ho rivolto a lei un sorriso di approvazione, sincera, prima di scivolare via.
In macchina poi ho detto alla mia amica: “sai, mi piace quella ragazza... sarei contenta se adesso Lui si mettesse con quella tipa...”
E la mia amica se n’é uscita con una cosa che mi ha fatto morire dal ridere: “per forza che ti piace!! É uguale identica a te! Con i capelli lisci-lisci... alta-alta... e secca-secca!!”
Lo giuro, quella volta ho dovuto accostare la macchina per non finire in un fosso dalle risate.
E così, Lui con il suo solito stile, e la mia amica con le sue battute, erano riusciti nonostante tutto, a farmi sentire meglio.
 















domenica 1 settembre 2013

29 Settembre 2005

questo post lo avevo scritto tempo fa, ma mi va di ripostarlo anche quest'anno:

Questo week-end, lo giuro, ho fatto di tutto per non pensarci.
Per non essere triste.
Ma, saranno state le notizie dell’ ultima settimana, o la ricorrenza sul calendario, sta di fatto che il pensiero era sempre li.
Sopito.
Nascosto.
Come sotto la sabbia.
Come sotto la cenere.
Le ho provate tutte.
Sono uscita a correre.
Niente.
Allora mi sono fatta tutti centri commerciali della zona.
Ho visto vetrine delle quali non mi frega niente.
Ho guardato 2 film in televisione.
Ho bevuto un caffè in un bar.
Nessun risultato.
Ho preso la macchina e sono uscita, ho guidato per oltre 2 ore…
Prima giù verso Melegnano e l’autostrada che percorro di solito per raggiungere i miei week-end
poi su verso i boschi del varesotto che in questa stagione hanno dei colori bellissimi.
Ho guardato i ricci appesi agli alberi che sembrano esplodere per quanto sono gonfi di castagne.
Ma non c’era verso.
Ho acceso la radio.
Ho cercato una canzone che mi piacesse.
Ho alzato il volume.
Ho provato a cantargli dietro.
Ho anche attaccato briga con uno che non mi aveva dato precedenza.
L’ho insultato (cosa che di solito mi da un’immediata sensazione di benessere).
E invece niente.
Ho parcheggiato e sono scesa per camminare.
Sono stata a Linate a vedere gli aerei che atterrano o si alzano dalla pista dell’aeroporto, a guardare  le luci di coda di quei giganti volanti che si accendono nel buio.
Di solito adoro guardare gli aerei.
E invece questa volta non ha funzionato.
Ho provato anche con i messaggi.
Consumando nervosamente i tasti del cellulare.
Ma poi non ne ho inviato neanche uno.
Suonavano tutti un po’ finti.
Mi sono tagliata i capelli un po’ più corti.
Nessun risultato.
Eri sempre li.
Alla fine ho ceduto e ti sono venuta a trovare, Filippo.
Lì dove so che sei.
Con la foto che hanno scelto i tuoi.
E solo allora mi sono sentita un po’ meglio.