martedì 28 gennaio 2014

 
Amo fare sempre esperienze nuove.
Mi piace considerarmi pioniera nella mia vita.
Mi vanto di non dire mai "non mi piace" senza aver provato prima.
E così, quando si presenta l'opportunità, sono sempre quella entusiasta, quella che vuole sperimentare, provare, rischiare di cadere, magari anche di farmi male.
Avventurosa come un corsaro dei sette mari, solo un po' più rock e fashion.
Succede spesso ultimamente.
Voglio riempire la mia valigia di tante esperienze.
Perché le persone che hanno sulle spalle un bagaglio bello pesante sono quelle più interessanti.
Hanno tante storie da raccontare.
Che si tratti di viaggi, lifestyle, musica, film, eventi, cibo.
Poco importa.
E così mi è capitato recentemente di assaggiare nuove immagini, e musica fuori dagli schemi.
Suonata tra il lavello di cucina e il divano di un piccolo loft, o in un soggiorno stipato di gente, tra lampadari messi gravemente a repentaglio e furgoni che diventano teatro di acrobazie circensi.
Guardare con occhi nuovi di zecca, assaggiare nuove esperienze.
Circostanze mai sperimentate.
Godere di quella sensazione di unicità, di avanguardia.
Sono sempre stata così.. curiosa?
No, non credo proprio.
Non voglio voltarmi indietro.
La cosa affascinante è che le grandi esperienze non hanno difetti, sbavature, margini slabbrati.
Quando ti senti parte di una cosa così nuova, tutto appare luccicante.
Essere esattamente, precisamente, nel posto giusto.
Una sorta di consumata puntualità dettata dal fato.
Come in un film visto attraverso la pellicola trasparente dell' Entact.
Non importa che il tuo sogno abbia come location il cesso di dubbia igiene di un qualunque pub dell'interland della più triste periferia, 
o un parcheggio zeppo di sigarette che disegnano costellazioni sull'asfalto piovigginoso, 
o che abbia l'aroma tipica di un bouquet di chewingum, philips-morris e patate fritte straunte alle 5 del mattino.
Stai vivendo un'esperienza irripetibile.
E lo sai.