venerdì 8 ottobre 2010



{... Fare Outing...}

Di solito faccio colazione a casa, perché é molto più sano.
Ma a volte mi capita di arrivare al lavoro direttamente dalla serata prima e così sono costretta a fare colazione al bar sotto l'ufficio.
Mi é capitato questa mattina.
Mi stropiccio gli occhi ancora truccati dalla sera prima mentre chiedo al cameriere un bicchiere di latte macchiato e una brioche.
Intanto osservo le persone accanto a me.

C’è il manager-super-impegnato che beve il caffé con il notebook aperto sul tavolino mentre controlla le quotazioni della borsa o definisce gli ultimi dettagli per la riunione delle otto e trenta. Probabilmente di quel caffé non sente neanche il sapore.

C’é la donna in carriera in completo super griffato e tacchi alti che neanche Sex-and-the-city che beve marocchino con aria annoiata.

Ci sono alcuni operai con le tute sporche di cemento che alle otto di mattina già bevono il primo caffé corretto alla grappa. Esaremmoancheapostocosì.

Ci sono un paio di segretarie che avranno più o meno la mia età che chiacchierano del più e del meno e si raccontano un po’ di vita.

Ci sono alcuni ragazzi che lavorano alla consegna dei giornali e che si gustano con calma una meritata colazione dopo una notte di lavoro.

Ci sono un paio di ragazze che fanno anche loro colazione dopo una notte di lavoro. E il loro abbigliamento non lascia dubbi su quale tipo di lavoro si tratti.

E poi c’é Sara.
Sara é la figlia della ragazza che lavora alla portineria dello stabile, spesso la incrocio la mattina, fa colazione al bar con sua mamma prima di andare a scuola.
Sara avrà si e no 12 anni. Sua mamma é bellissima, alta, sicura di sé, ha un aspetto molto attraente mentre beve il primo caffé della giornata.
Sara invece sembra un pulcino bagnato.
Non é la prima volta che la incontro, ma stamattina mi fermo a osservarla con più attenzione.
Lo zainetto poggiato a terra.
La colazione davanti a lei sul tavolino.
Il cappuccino fumante.
La brioche é stata un po’ sbriciolata alle estremità. Sara ne ha sbocconcellato un pezzettino minuscolo. Tutto il resto rimane nel piattino.
La spremuta é l’unico oggetto del desiderio di Sara in questo momento.
La sorseggia nervosamente mordicchiandosi il labbro.
La osservo senza pudore.
Sara tiene gli occhi bassi, si passa le mani sulle braccia magre, magrissime, massaggiandole, come se le facessero male, e forse é davvero così. Tocca appena il piatto con gesti nevrotici, mentre le sue mani straziano la brioche dilaniandola in mille briciole senza però portarsi nulla alla bocca.

La guardo e penso che vorrei tanto avvicinarmi a Sara, sedermi accanto a lei e dirle che non é tutto qui. Che so che cosa sta passando ma che non deve perdere la fiducia, che tutto questo cambierà, che alla fine di questo viaggio la aspetta qualcosa di bello. Io lo so.
Le vorrei dire: sai, non é tutto qui. Adesso é un inferno, lo so, ma verranno giorni migliori e giornate di sole. Ci saranno messaggi che ti faranno sorridere e canzoni che arrivano nel cuore della notte. Ci saranno momenti che ti faranno sentire davvero grande, e ti prenderai delle soddisfazioni che certo non cambiano il passato ma un po’ curano.
Ci saranno incontri inaspettati e persone che si infileranno nella tua vita per restarci, per cambiarti. E anche se non c’é nulla di scontato o gratuito, anche se a volte farà male, ringrazierai per tutto questo. E penserai che ne é valsa la pena, che un capitolo della tua vita é davvero chiuso.
E anche se i segni di tutto questo ti resteranno dentro per sempre, potrai finalmente pigiare il tasto ‘off’ su questo capitolo della tua vita.
E ti sentirai improvvisamente leggerissima.
Un giorno ripensando a tutto questo ti sentirai davvero forte.

Tutte questa cose vorrei dire a Sara.
Ma la paura di sembrare una pazza, mischiata alla mia naturale ritrosia, mi fermano.
Resto a guardarla mentre si alza dalla sedia e fa per allontanarsi.
Per un attimo però i nostri occhi si incrociano.
Ci guardiamo per un istante lunghissimo.
Nessuna delle due sorride.
E forse riusciamo a capirci anche senza parlare.

Colonna sonora: P!nk - Conversation with my 13 year old self
oppure: Christina Aguilera - I'm Ok

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