venerdì 28 febbraio 2014





V per vendetta.
Non ho mai creduto alla favola che la vendetta è un piatto che si serve freddo.
Non c'è soddisfazione.
Non per me almeno.
Quando qualcosa mi fa arrabbiare, mi fa infuriare davvero,
quando qualcosa mi offende, devo dare libero sfogo alla mia ira.
Subito, non posso aspettare.
Non credo alle vendette calcolate,
sedimentate,
sopite,
lasciate languire,
per anni.
è come dare un pugno al rallentatore.
o buttare acqua su un incendio già spento.
Dov'è il fuoco?
Dov'è la rabbia??
Chi cazzo ha rubato il mio accendino per dare fuoco a tutta la mia emotività repressa??
Un piatto freddo non mi riesce a saziare,
sono una carnivora emozionale,
devo piantarci i denti e veder scorrere il sangue,
se ho voglia mangiare vegetariano vuol dire che la mia ira si è placata, e allora non è più vendetta.
Che piacere può dare una vendetta fredda come un piatto avanzato dalla sera prima?
Tanto vale gettare la spugna e anche il secchio.
Non posso aspettare che la febbre della mia ira scenda.
Il termometro sale ma è la mia voglia di vendetta che va a fuoco.

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