lunedì 18 febbraio 2013






Ok, abbandono per un attimo gli argomenti frivoli-ma-non-troppo che di solito caratterizzano il mio blog per parlare di una cosa seria.
Ecco, io non riesco a capacitarmi della vicenda Pistorious.

Lo seguo da sempre, su facebook, su twitter, é sempre stato una persona che io reputavo 'un eroe vero'. Fino a qualche giorno fa, se mi avessero chiesto chi é la persona che ammiravo di più nel mondo penso che nella mia top-three ci sarebbe stato senz'altro lui.
Leggevo i suoi tweet e lo ammiravo.

Anche il tatuaggio con la scritta “ Io quindi corro così; non in modo incerto; combatto, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.

Giovedì mattina, quando ho letto la notizia, non riuscivo a crederci.
Non perché non voglia ammettere l'evidenza dei fatti.

Ma perché penso che per affrontare una difficoltà come una disabilità fisica così grave serva una forza d'animo incredibile.
Credo che per affrontare una dato così grave, per accettare una realtà così dolorosa, davvero una persona abbia bisogno di costruirsi una forza personale inattaccabile.
Un nocciolo duro di certezze e equilibrio inviolabile.
Un nucleo del proprio io impossibile da scardinare.
E' per questo che faccio davvero fatica a capire come può 'blade runner', l'uomo che ha sfidato le convenzioni trasformando la disabilità in forza, il ragazzo più incredibile della storia dello sport, che mostrava le sue lame senza pudore, guardando l'obiettivo con sfida, l'uomo che ha reso il suo corpo mutilato un monumento alla bellezza, essersi trasformato... in questo.


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