giovedì 2 dicembre 2010




Qualche sera fa.
Dopo una serata delle nostre,
una di quelle serate perfette, in cui niente potrebbe andare storto,
una di quelle serate in cui il bilancio é sempre e comunque in positivo,
una di quelle che si tira tardi per il semplice gusto di farlo,
una di quelle in cui ti siedi per terra, accovacciata a goderti quel flusso di energia straordinario che nutre più del cibo,
in cui hai bisogno di un appoggio sicuro sennò quella corrente positiva ti travolge.
Dopo una di quelle serate, é capitato di imbattersi in una ragazza sconvolta, giovanissima, forse ubriaca, forse no, di sicuro disperata.
Poco si capiva di quello che diceva, anche perché, tra le lacrime, non parlava italiano ma solo portoghese.
Singhiozzava e tremava.
Forse in stato di shock, forse semplicemente perché alle 3 di notte e in pieno inverno era vestita solo con i jeans e un minuscolo top.
Pare che nel caos del locale stra-pieno avesse perso le sue amiche e che fosse rimasta tutta sola.
Sarà stata la sbronza o altro, fatto sta che piangeva e singhiozzava in un delirio irrazionale ma disperato.
Con la buona volontà di tutti abbiamo provato a calmarla, ma oltre ad aggrapparsi a noi come un animale terrorizzato, altro non siamo riusciti a farle dire.
Alla fine l’abbiamo accompagnata al punto di soccorso dove i volontari dell’ambulanza l’hanno soccorsa. Giusto in tempo, un secondo prima che crollasse a terra priva di sensi.
E mentre io e Alessia tentavamo di consolarla, mentre lei si aggrappava a noi in un abbraccio isterico, mentre le accarezzavo i capelli lunghissimi, mentre le dicevamo di stare tranquilla che in qualche modo l’avremmo aiutata noi, mentre mi prendevo anche una testata involontaria durante un goffo abbraccio, mi é tornato in mente di quando, qualche anno fa, una donnetta qualsiasi, una di quelle che dicono anche di essere tue amiche, squallidamente omofobica, mi ha accusata di essere lesbica e di averci insistentemente provato con lei. Tutto questo solo perché avevo cercato un abbraccio in un momento per me molto cupo.
Assurdo.
Aldilà del fatto che anche se fossi lesbica non me ne vergognerei di certo,
aldilà del fatto che non lo sono,
ho ripensato a come la fisicità fa prepotentemente parte del mio modo di essere,
di come il mio corpo é per me strumento di espressione,
di come é fonte di ispirazione, di come amo mostrarlo e ‘usarlo’,
di come mi piace esprimermi e comunicare attraverso di esso.
Di come fa parte del mio linguaggio.
Di come é vitale per me ‘sentirlo’ in ogni cosa che faccio.
Mi dispiace, se qualcuno non é in grado di capire tutto questo, non é colpa mia.

Colonna sonora: Katy Perry - I kissed a girl
Ma anche:
T.A.T.U. – Friend or foe


(Foto rubate nel web: whatisrealityanyway e nowemma.blogspot)

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