giovedì 1 maggio 2014

Ho sbagliato e non so perché.
Ti ho perso e non ho una spiegazione.
Vorrei sapere quale è stata la colpa,
dove ho rischiato un’imprudenza troppo grande,
quale l’inciampo che mi ha sbalzata fuori dalla tua porta, dalla tua orbita.
Non mi do pace.
Ripercorro l’ultima serata,
le cose dette,
quelle taciute,
gli sguardi che incidono,
come graffi che abbiamo voluto scambiarci in silenzio,
i miei stivali che mi hanno guidata fino a lì e che poi mi hanno dovuta riportare lontano
quel tendone del cazzo sopra le nostre teste, che mi ha guardata andar via,
forse per sempre.
Io che volevo solo te.
Io che non ho desiderato altro dal primo momento che ti ho visto.
L’anno prima.
Eravamo tutti seduti su un tavolaccio a bere birra.
Tu e il tuo amico siete arrivati in ritardo.
Eravate insopportabili.
Due snob del cazzo, tronfi e pieni di se fino a traboccare.
Vi ho detestati dal primo momento.
Eppure.
Tu.
Quello sguardo.
Quello che ho pensato nella mia testa:
“… santo cielo quel ragazzo…”
E invece mi ritrovo chiusa fuori.
Un’altra volta ancora.

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